Nessun commento, solo un pensiero e un fiore ad un'anima che ha trovato pace.
3 commenti:
Anonimo
ha detto...
Purtroppo non credo che si farà silenzio. Ci sarà un'infame sciacallaggio politico anche da parte del Vaticano e non solo da quello. Ci saranno anche strascichi giudiziarii. Vedrai.
Consentitemi di dissentire. Io sono del parere che proprio ora è il tempo di urlare. Urlare nel nome di Eluana e più ancora del padre, dei familiari e degli amici di lei. Urlare contro chi vorrebbe varare una legge che restringa vergognosamente la libertà di ciascuno di noi di decidere del nostro destino in una situazione così disumana e indegna di essere protratta oltre i due anni canonici della speranza.
Ero indeciso fino a ieri sera se schierarmi tra quelli che erano per il distacco dei sondini e quelli contrari. La testimonianza ad Anno zero della giornalista che ha potuto costatare in quale situazione si era ridotta quella ragazza, mi ha convinto.
Posso pretendere che, qualora mi capitasse di spezzarmi la colonna vertebrale, non venga infilato nel MIO corpo nessun sondino, nessuna supposta, nessun ago; che non mi venga somministrato nessun farmaco che eviti crisi epilettiche o serva a farmi meglio digerire i prodotti alimentari fabbricati dalle case farmaceutiche? Sicuramente.
Ecco, è questo che voglio urlare nel nome di Eluana, del padre di lei e di tutti quelli contrari ad una legge così ingiustamente restrittiva della libertà.
E’ proprio il silenzio quello che vogliono il papa re e i suoi apostolici sepolcri imbiancati.
Se cade il silenzio, se non facciamo udire a costoro le nostre urla, Eluana, Peppino Englaro e tutti quelli che hanno patito davanti allo scempio che si è voluto protrarre per anni e anni su di un corpo umano, avranno sofferto invano.
3 commenti:
Purtroppo non credo che si farà silenzio. Ci sarà un'infame sciacallaggio politico anche da parte del Vaticano e non solo da quello. Ci saranno anche strascichi giudiziarii. Vedrai.
Sì, immagino.
Che tristezza.
Che mancanza di rispetto verso una famiglia che continua a soffrire.
Consentitemi di dissentire. Io sono del parere che proprio ora è il tempo di urlare. Urlare nel nome di Eluana e più ancora del padre, dei familiari e degli amici di lei. Urlare contro chi vorrebbe varare una legge che restringa vergognosamente la libertà di ciascuno di noi di decidere del nostro destino in una situazione così disumana e indegna di essere protratta oltre i due anni canonici della speranza.
Ero indeciso fino a ieri sera se schierarmi tra quelli che erano per il distacco dei sondini e quelli contrari. La testimonianza ad Anno zero della giornalista che ha potuto costatare in quale situazione si era ridotta quella ragazza, mi ha convinto.
Posso pretendere che, qualora mi capitasse di spezzarmi la colonna vertebrale, non venga infilato nel MIO corpo nessun sondino, nessuna supposta, nessun ago; che non mi venga somministrato nessun farmaco che eviti crisi epilettiche o serva a farmi meglio digerire i prodotti alimentari fabbricati dalle case farmaceutiche? Sicuramente.
Ecco, è questo che voglio urlare nel nome di Eluana, del padre di lei e di tutti quelli contrari ad una legge così ingiustamente restrittiva della libertà.
E’ proprio il silenzio quello che vogliono il papa re e i suoi apostolici sepolcri imbiancati.
Se cade il silenzio, se non facciamo udire a costoro le nostre urla, Eluana, Peppino Englaro e tutti quelli che hanno patito davanti allo scempio che si è voluto protrarre per anni e anni su di un corpo umano, avranno sofferto invano.
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