mercoledì 13 agosto 2008

A un angioletto

Che la giornata sarebbe stata piuttosto "pesante", si era capito dalla mezzanotte di ieri sera...

Mi ricorderò del 13 di Agosto di quest'anno, perchè per quante disgrazie mi tocchi vedere quotidianamente, tanto più nei giorni in cui ho guardia, nulla è più straziante di ciò che dobbiamo fare oggi: un accertamento di morte, di un angioletto di due anni che fino a pochi giorni fa giocava spensierato, e che ora sta volando via, appeso ad un filo che sarà presto spezzato.

Nel suo lettino, in compagnia dell'orsetto preferito che qualche minuto fa il papà stringeva amorevolmente e disperatamente, sembra che stia dormendo placidamente come qualsiasi altro giorno.

Non ho il coraggio di guardare negli occhi, senza provare un profondo disagio, la mamma di R., che non ha più voce per cantargli la ninna-nanna.

Non capisco...
E' l'ennesima prova dell'inesistenza di ciò che chiamo giustizia? Perchè il fato utilizza diversi pesi e misure per ciascuno di noi? Perchè a qualcuno è data possibilità di vivere e ad altri no?
Me lo chiedo ormai da decenni...
Certi lutti si radicano troppo profondamente per essere elaborati.

Credo che le parole non possano esprimere pienamente quello che sento, forse il silenzio potrà fare meglio.


A

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hai ragione. Non ci sono parole e non ci sono ragioni. E' terrribile. Siamo soli. Un abbraccio
Billa